Scopri anche tu la tua «Gallina dalle uova d’oro»…

Articolo pubblicato da Chiari Week

La favola di Esopo è sempre attuale

Oggi come 2500 anni fa commettiamo gli stessi errori

 Tra le Favole di Esopo, scritte dall’antico autore greco nel VI secolo avanti Cristo, ce n’è una sulla quale il ragionier Gianpiero Capoferri ci invita a riflettere. E’ quella della gallina dalle uova d’oro. Con qualche licenza poetica e leggermente modificata, perché sia più in linea con i giorni nostri, la favola è la seguente:

 «C’era una volta un contadino che, dopo aver comprato una gallina e averla messa nel pollaio, si accorse che deponeva uova d’oro.

Deponeva esattamente un uovo al giorno: “Che fortuna inattesa!”, pensò l’uomo.

Dopo qualche tempo in accordo con la moglie, scelse di costruire al pennuto un pollaio riservato, allontanandolo dalle altre galline e di nutrirlo esclusivamente con il mangime migliore perché potesse vivere a lungo e deporre tante uova.

Al ritmo di un uovo al giorno, la gallina aiutò la coppia di contadini a diventare un po’ più ricca, tanto che i due poterono, finalmente, concedersi qualche lusso.

Venne il giorno però, in cui marito e moglie iniziarono a pensare che un uovo fosse troppo poco. Che probabilmente nella pancia della gallina c’era così tanto oro da poter far vivere da gran signori non solo loro, ma tutta la loro famiglia per molti secoli e generazioni.

Pertanto, dopo averci pensato su un po’, decisero che era inutile aspettare l’uovo quotidiano: “Ammazziamo la gallina e prendiamoci l’oro che è nascosto dentro di lei tutto in una volta”, esclamarono all’unisono. Così uccisero il povero volatile, convinti di trovare chissà quale ricchezza nelle sue viscere…

E, invece, che sfortuna, l’animale era uguale a tutti gli altri. Le sue uova erano d’oro, ma in pancia non ne custodiva neanche un grammo.

E fu così che, per l’insaziabile avidità propria di quasi tutti gli uomini, la coppia di contadini fu privata per sempre dell’uovo d’oro quotidiano che aveva avuto la fortuna di poter raccogliere per qualche tempo».

Non c’è al mondo una favola più attuale di quella della Gallina dalle uova d’oro…

 

Il ragionier Gianpiero Capoferri, titolare dello Studio Capoferri, è specializzato in coaching, disciplina fondamentale per tutti gli imprenditori che desiderano ottenere i migliori risultati possibili dalle proprie aziende.

Ragionier Capoferri

Ragioniere, perché la favola della Gallina dalle uova d’oro resta di grande attualità?

«Perché è l’esempio di quello che purtroppo ancora oggi, molto spesso, accade nelle nostre aziende».

Cosa intende?

«Dico che, pur trovandoci in un’area della Lombardia e dell’Italia intera che è tra le più produttive, in molti casi le aziende ottengono risultati di molto inferiori alle loro potenzialità».

In tutto questo, cosa c’entra la gallina di Esopo?

«C’entra perché anche oggi come duemila e cinquecento anni fa, in ogni azienda c’è una gallina dalle uova d’oro, solo che talvolta non viene sfruttata come dovrebbe, mentre in altri casi viene “spremuta” così tanto, da condannarla a morte ben prima che abbia prodotto tutto quello che può».

Vuol dire che spesso gli imprenditori non riescono a sfruttare al meglio le risorse di cui dispongono?

«E’ proprio così. Risorse umane, prodotti, competenze, servizi… In ogni realtà imprenditoriale, purtroppo, ci sono numerose potenzialità che restano inespresse. Ed è un vero peccato perché se queste ultime riuscissero a esprimere anche solo una parte delle loro qualità, soprattutto in momenti di crisi come quelli che stiamo attraversando oggi a causa della pandemia, molte aziende piccole, medie e grandi e molti laboratori artigiani, nonché studi professionali, potrebbero davvero ingranare la marcia e ripartire di slancio».

Quindi come possono fare, gli imprenditori, per riuscire a riconoscere e trarre vantaggio dalla loro gallina dalle uova d’oro?

«Dovrebbero affidarsi al coaching. Ovvero a un coach il cui compito è quello di aiutare l’imprenditore, o il management di un’azienda, a individuare quella gallina dalle uova d’oro che quasi sempre hanno sotto gli occhi, ma che non riescono a vedere. Si tratta di lavoratori, prodotti, servizi offerti e altre risorse che continuano a essere sottoutilizzati, ma che potrebbero aiutare l’azienda a “svoltare”. Altre volte il coach aiuta invece imprenditori e management a stanare gli eccessi e a razionalizzare l’attività. Spesso ci sono apparati, lavoratori o prodotti aziendali ipersfruttati il cui utilizzo dovrebbe invece essere centellinato perché continuino a riservare soddisfazioni e crescita a lungo nel tempo».

Per fare questo il coach deve entrare in azienda e andare personalmente a caccia delle cose che non vanno?

«Assolutamente no. Compito del coach è quello di favorire la presa di coscienza da parte dell’interlocutore attraverso approfonditi colloqui. Aiutarlo a guardare nella propria azienda con occhi diversi, a osservare le cose da un altro punto di vista. Sarà poi l’imprenditore stesso, una volta compresa la realtà che lo circonda, a individuare personalmente la propria gallina dalle uova d’oro. Potrà così intervenire perché possa apportare quel valore aggiunto che, nel tempo, era andato affievolendosi».

Cosa accade quando ha inizio un percorso di coaching?

«Tutto comincia da una chiacchierata con il titolare. In uno o più incontri si parla dell’azienda, dei risultati e degli obiettivi. Il coach fa domande, all’imprenditore spetta il compito di pensare alla propria realtà e di trovare le risposte. Di volta in volta si applicano dei correttivi nella gestione delle risorse e dei processi produttivi nel loro complesso. Figura chiave in questa evoluzione non è il coach, ma lo stesso titolare dell’azienda che, finalmente, riesce a guardare ai meccanismi della propria realtà con occhi diversi. Se serve, gli incontri si estendono anche alle figure manageriali o comunque aziendali, ritenute strategiche per la crescita».

Lo Studio Capoferri di Chiari è a disposizione degli interessati per informazioni e per primi incontri di conoscenza reciproca.