Investimenti, clienti e qualità del prodotto

Articolo pubblicato da Primabrescia.it

Il cliente prima di tutto: la metafora della trattoria

“E’ la storia della Trattoria Buon Appetito (nome fittizio) che ogni giorno all’ora di pranzo vede formarsi davanti all’ingresso una lunga fila di clienti desiderosi di degustare l’ottima trippa della nonna. La fama di questo piatto è così grande che molti sarebbero disposti anche a prendere un’ora di permesso dopo la pausa pranzo, pur di mangiarlo. Un giorno, però, nonna Adalgisa, la titolare desiderosa di andare in pensione, vende il locale a un giovane manager che promette di migliorare ancor di più qualità e servizio. Invece, dopo alcuni mesi visto che, a suo giudizio, il guadagno non è adeguato all’impegno, il nuovo titolare, che pure ha rinnovato la trattoria e velocizzato il servizio, sceglie di abbassare la qualità degli ingredienti. Risultato: la clientela gradualmente diminuisce e, purtroppo, la trattoria fallisce”.

Senza clienti non esiste impresa

Ragioniere, perché la metafora della Trattoria è sempre attuale? «Perché ancora oggi ci si dimentica troppo spesso dell’importanza del cliente. Eppure… senza clienti non esiste impresa. Soprattutto in questo periodo, in cui intravediamo la fine della pandemia (ma il condizionale è d’obbligo, ndr), è fondamentale non perdere di vista il prodotto. Nella trattoria gestita da nonna Adalgisa si riusciva da un lato a mantenere alta la qualità dei piatti, dall’altro a rispettare tutti gli obblighi che i protocolli HACCP imponevano, pur non riuscendo magari a essere veloci nel servizio, o a offrire un ambiente rinnovato. Il manager, dopo aver rimesso a nuovo il locale ha certamente migliorato la struttura, ma a un certo punto, oberato dalle spese e desideroso di mantenere inalterato il proprio guadagno, ha lasciato che clientela e prodotto finissero in secondo piano. Così, dopo tanti anni, la storica trattoria è fallita».

Gli imprenditori del territorio bresciano si stanno dimenticando della qualità?

«Assolutamente no. Il mio è però un invito a non abbassare la qualità dei prodotti spinti dal desiderio, o dall’apparente necessità, di mantenere inalterati i margini di guadagno in un momento di grosse difficoltà a livello nazionale e internazionale. Sono tanti gli obblighi ai quali oggi, anche a causa di quanto sta accadendo, le aziende devono ottemperare. Il rispetto di nuove leggi e regolamenti, l’attenzione all’ambiente e alla salute e il welfare aziendale sono tutti aspetti dai quali un’azienda non può più prescindere. Si tratta di nuovi costi che però un bravo imprenditore deve saper bilanciare in modo opportuno, senza indebolire il proprio business».

Un colpo al cerchio e uno alla botte per salvare prima di tutto il cliente?

«La realtà è che oggi le nostre imprese sono chiamate a sempre nuove prove. L’abilità di titolari e management è quella di sapersi adattare alle novità nei tempi più rapidi possibile senza però intervenire sul ciclo produttivo e sul prodotto finale. So che è impegnativo, ma è l’unica strada per riuscire a mantenere le aziende in prima linea, resistendo così ai colpi della concorrenza».

Il che significa che in questo momento bisogna concentrarsi sull’azienda e la sua valorizzazione?

«Significa che bisogna saper guardare oltre, capire che questo è il momento degli investimenti. Rinunciare a qualcosa oggi vuol dire contribuire a mantenere alta la fiducia della clientela nei propri prodotti e, in ultima analisi, elevare ulteriormente il valore della propria azienda e la propria visibilità. Il fermento del dopo pandemia è un momento cruciale per tutte le nostre aziende, abbiamo la fortuna di avere di fronte una grande stagione di investimenti pubblici, di finanziamenti alle imprese che creeranno una ripresa per tutta la nostra economia, come da anni non vedevamo. Tocca all’imprenditore saper cogliere l’attimo».